Non profit

Legge di stabilità, cosa cambia per il non profit

Molti lettori ci chiedono quali siano state le maggiori novità introdotte dalla legge di bilancio 2015. La risposta del nostro esperto Vincenzo Giarmoleo

di Redazione

La Legge di stabilità 2015 (L.23.12.2014 n.190) ha introdotto alcune novità per gli enti non profit. Ecco le tre maggiori: 

1) La prima è senz'altro positiva: l’articolo 1, commi 137 e 138, della L.190/2014, che modifica gli articoli 15, comma 1.1, e 100, comma 2, lettera h) del TUIR (DPR 917/86) introduce le seguenti modifiche in materia di agevolazioni per le erogazioni in denaro di persone fisiche e aziende, detraibili al 26%, fatte a favore delle ONLUS. E’ previsto un incremento da Euro 2.065 a Eu. 30.000,00 dell’importo massimo per il quale spetta la detrazione IRPEF/IRES sulle erogazioni liberali in denaro effettuate a favore delle ONLUS e dei soggetti che svolgono attività umanitarie.

Viene aumentato a Eu. 30.000 anche il limite dell’ammontare complessivo deducibile (il famoso tetto) ai sensi dell’articolo 100, 2° comma, lettera h), TUIR per le erogazioni liberali.  

Tale norma rileva non soltanto per i soggetti IRES, ma anche, ai fini IRPEF, per imprenditori individuali e società di persone commerciali.

2) La seconda novità, in materia di tassazione degli utili percepiti dagli enti non commerciali, è fortemente penalizzante per il non profit, sopratutto per fondazioni bancarie e, indirettamente, anche per le organizzazioni di volontariato.

L’articolo 1, commi 655 e 656, L.190/2014, aumenta retroattivamente la tassazione su utili e dividendi percepiti dagli enti non commerciali a partire dall’1/1/2014. Viene fortemente ridotta l’esenzione d’imposta dalla percentuale del 95% degli utili percepiti al 22,26%; gli utili distribuiti dal 1/1/2014 diventano, quindi, imponibili al 77,24%.

Detta disposizione è diretta ad allineare, in tema di imposizione fiscale sugli utili, il trattamento degli enti non commerciali a quello delle persone fisiche non imprenditrici, proprietarie di una partecipazione qualificata, che devono tassare l’utile con l’aliquota marginale IRPEF del 43%. La ratio di tale equiparazione non è chiara: mentre, infatti, le persone fisiche che realizzano utili e dividendi possono impiegarli per finalità diverse, gli utili e i dividendi percepiti da gran parte degli enti non profit vengono reinvestiti per realizzare le finalità istituzionali, restituendo pertanto alla collettività, il surplus.

Viene contestualmente riconosciuto un credito d’imposta pari alla maggiore IRES dovuta dagli enti, nel solo periodo d’imposta in corso al 1/1/2014, in applicazione della disposizione introdotta retroattivamente. Detto credito potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione, senza altro limite quantitativo, a decorrere dal 1/1/2016, per 3 anni, nella misura del 33,33% annuo.

3) la terza novità, in materia di 5 per mille IRPEF, è stata introdotta dall’articolo 1, comma 154, L.190/2014. La facoltà di destinare la quota del 5 per mille IRPEF in base alla scelta del contribuente si applica anche relativamente all’esercizio finanziario 2015 e ai successivi, con riferimento alle dichiarazioni dei redditi dell’annualità precedente.

Dopo numerose proroghe, dal 2015 la destinazione del 5 per mille viene messa a regime. Vengono anche definite le modalità di redazione del rendiconto di destinazione delle somme ricevute dai soggetti beneficiari e le modalità di pubblicazione sui siti internet delle amministrazioni eroganti, dei rendiconti stessi. Soprattutto, si autorizza la spesa di Eu. 500 milioni annui, a decorrere dal 2015, per la liquidazione della quota del 5 x mille.

Si delega a un successivo Decreto non regolamentare del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottarsi entro 60 giorni, la definizione delle corrette modalità di redazione del rendiconto ai fini della corretta trasparenza dello stesso, pena le sanzioni di cui agli articoli 46 e 47 D.Lgs. 33 del 14/3/2013. 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.