Salute

Autismo: negli USA incidenza in aumento del 30% dal 2008

Uno studio dell’Istituto americano della sanità, rivela un aumento del 30% dell’incidenza dei disturbi dello spettro autistico. In crescita anche la richiesta di servizi diagnostici e terapeutici a cui si cerca di far fronte con la tecnologia. Oltre 500 le app legate all’autismo

di Ottavia Spaggiari

Negli Stati Uniti 1 bambino su 68 è affetto da disturbi dello spettro autistico. Il rapporto pubblicato quest’anno dal U.S. Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’istituto nazionale sanitario del Paese, e che ha preso in considerazione il periodo dal 2008 al 2010, ha rivelato un aumento del 30% nell’incidenza del disturbo, rispetto al 2008, quando si stimava che ad essere colpito da autismo fosse 1 bambino su 88. Un aumento che, secondo il settimanale The Economist, sta rendendo molto difficile riuscire a soddisfare le domande di diagnosi e trattamenti, avanzate da un numero crescente di famiglie americane.

Secondo Coleen Boyle, direttore del Dipartimento per le Disabilità dello Sviluppo del CDC, l’aumento potrebbe essere riconducibile a principalmente ad una maggiore precisione nelle capacità di diagnosi ma potrebbe effettivamente riflettere una crescente diffusione dell’autismo. Il nuovo rapporto mostra inoltre che l’incidenza è 5 volte superiore tra i bambini rispetto alle bambine ed è stata rilevata una frequenza elevata di casi in cui il disturbo è molto lieve.

Fondamentale rimane la diagnosi tempestiva e, secondo The Economist è proprio qui che vi sarebbe il problema principale per le famiglie americane. “I test possono durare dalle 5 alle 10 ore,” ha dichiarato all’Economist Sarah Kuriakose della New York University. “Non c’è da sorprendersi quindi se vi è una difficoltà nel riuscire a soddisfare la domanda di servizi diagnostici. Secondo uno studio recente oltre 2 mila bambini hanno mostrato segni del disturbo prima dei tre anni, ma la diagnosi è arrivata circa oltre 2 anni dopo.”

Per rispondere alla domanda crescente, diverse aziende attive nel settore biomedicale stanno sviluppando app per facilitare la diagnosi e il trattamento dell’autismo. Autism Speaks, il gruppo americano di advocacy di riferimento, ha contato oltre 500 app sviluppate per offrire servizi legati all’autismo, sottolineando come moltissime siano assolutamente inutili, ma alcune possano effettivamente svolgere un ruolo importante. Cognoa, secondo The Economist, è una di queste. Sviluppata da Dennis Wall, della Stanford University, l’app presenta ai genitori un questionario, dopodiché chiede di videoregistrare il proprio figlio mentre compie una serie di attività specifiche. I risultati vengono analizzati dallo staff tecnico dell’azienda che, grazie ad un algoritmo, riesce ad offrire ai medici dei dati relativi al tasso di probabilità che il bambino sia affetto da disturbo dello spettro autistico, così da velocizzare la diagnosi. Cognoa ha un grado di precisione del 90% e in futuro la stessa app offrirà anche un monitoraggio dei progressi dei piccoli pazienti.

Servizi piuttosto promettenti, anche se l’Economist invita alla cautela: “Questo tipo di App devono garantire un servizio su misura per ogni tipo di paziente, ma perché le aziende che li producono siano sostenibili (e accessibili a tutti) economicamente, devono riuscire a raggiungere l’economia di scala, standardizzando il trattamento.” Una sfida complessa, che però secondo l’Economist, potrebbe essere favorita dalle nuove politiche assicurative. “Negli ultimi tempi le aziende sono incentivate a sviluppare questo tipo di soluzioni, la richiesta c’è e la maggior parte degli stati americani ha iniziato a richiedere che le assicurazioni comprano anche le terapie legate all’autismo.”

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