Non profit
La corte dei conti mette nel mirino il 5 per mille statale
La magistratura contabile boccia la partecipazione del Ministero dei beni culturali: «Irrazionale risulta l’impossibilità di scelta diretta dell’ente da parte dei contribuenti»
di Redazione
Dopo l'inchiesta della magistratura contabile sulla gestione del 5 per mille di inizio gennaio la Corte dei Conti torna ad occuparsi della norma sulla sussidiarietà fiscale e lo fa con la deliberazione n. 14/2014/G. Con questo documento la sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato individua cinque raccomandazioni:.
Eccole:
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Si impone una più rigorosa selezione degli enti beneficiari, al fine di non disperdere risorse per fini impropri. I dati recentemente pubblicati relativi alle erogazioni per l’anno 2012 attestano che i beneficiari sfiorano, ormai, il numero di 50 mila. Per le onlus e gli enti del volontariato, quasi 9 mila enti ottengono un contributo inferiore ai 500 euro ed oltre mille non hanno ottenuto nemmeno una firma, accentuandosi, così, la frammentazione e la dispersione delle risorse. Molte organizzazioni, pur non avendo finalità di lucro, non producono alcun tipo di valore sociale, rivolgendosi esclusivamente ai soci o iscritti, senza rispondere a criteri di misurabilità dell'utilità sociale prodotta.
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È necessario intraprendere un'attività di audit dell'Agenzia delle entrate sul comportamento degli intermediari in potenziale conflitto di interesse, al fine di tutelare la libera scelta dei contribuenti.
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Con riguardo alla pubblicazione sulla rete web, per l’affermazione del principio di trasparenza e lealtà nei confronti dei contribuenti che partecipano attivamente alla gestione del 5 per mille, risulta necessario che venga pubblicato un unico elenco annuale di tutti i beneficiari, con il relativo numero di contribuenti e di importo -sola cosa che permetta di avere un quadro reale del finanziamento effettivo degli enti, grazie al riepilogo dei dati in forma aggregata. Si rileva che: a) ancora sono in corso di elaborazione gli elenchi aggregati per le annualità pregresse; b) nell’aggregazione dei dati per l’anno 2012, mancano gli enti beneficiari in gestione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che vengono, invece, pubblicati separatamente dallo stesso Ministero in forma poco trasparente; c) il percorso per l’accesso all'elenco risulta difficile e di non immediata evidenza, risultando assieme a molti altri elenchi di non particolare interesse per i contribuenti.
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Si sottolinea la preclusione di partecipazione per gli enti di diritto pubblico al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici (leggi Ministero dei bei e delle attività culturali, ndr.). Tali risorse, invece, vengono dirottate su enti privati spesso non specializzati nel campo del restauro e della conservazione, che sviluppano, peraltro, spesso, progetti assai discutibili e, pertanto, poco interessanti per i contribuenti.
- Irrazionale risulta l’impossibilità di scelta diretta dell’ente da parte dei contribuenti nella scheda per l’opzione della destinazione del 5 per mille a favore delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.
Leggi anche il blog di Alessandro Mazzullo, La Lampadina
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