Volontariato
A Milano la più bella mensa che ci sia
Si chiamerà Refettorio Ambrosiano. Aprirà i battenti a maggio 2015. Per un mese 40 grandi chef cucineranno menu con le eccedenze alimentari. E sono stati mobilitati anche artisti e designer
Sorgerà nel quartiere di Greco, nell’ex teatro annesso alla parrocchia San Martino in un edificio risalente agli anni ‘30 e ormai in disuso. Lo hanno ribattezzato Refettorio Ambrosiano. Aprirà tra maggio e luglio 2015. Per un mese, durante i primi tre di Expo, 40 tra i migliori chef del mondo ideeranno e prepareranno menu a partire dalle eccedenze alimentari raccolte ogni giorno in Expo nel pieno rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza alimentare. Refettorio Ambrosiano non sarà solo una mensa solidale, ma anche uno spazio di fruizione della grande arte italiana aperto ai cittadini.
Come ha spiegato Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l'Azione sociale, «il Refettorio risponderà al bisogno primario di cibo, ma sarà anche un luogo dove uscire diversi da come si è entrati, questo è d'altra parte il significato della parola refettorio, che viene dal verbo latino reficere, rifare, ristorare. Questa è l'anima del progetto che la mostra di oggi spiega bene».
Ad accogliere i commensali ci sarà un portale alto più di cinque metri firmato da Mimmo Paladino. Su un lato l'insegna al neon con la scritta «No more excuses» di Maurizio Nannucci. E poi all'interno un grande affresco, 12 metri per 3, di Alessandro Cucchi e un'opera sul tema del pane di Carlo Benvenuto. Uno spazio dedicato all’accoglienza arredato da luci d’autore, 12 grandi tavoli e decine di seduto realizzati dai più grandi designer italiani. Spiega sempre Bressan: «Gli artisti coinvolti nel progetto del Refettorio Ambrosiano hanno messo a disposizione gratuitamente le loro capacità. ll Refettorio Ambrosiano ha già realizzato quindi un primo obiettivo: quello di generare una dinamica di generosità per la città, nient'affatto scontata in questo momento di crisi».
Ideatore del progetto Davide Rampello, già direttore della Triennale, che senza mezzi termini spiega di aver lavorato «per fare di questo spazio il secondo più bel refettorio di Milano dopo quello di Santa Maria delle Grazie affrescato da Leonardo da Vinci». A fianco di Rampello lo chef Massimo Bottura: da subito hanno coinvolto la Diocesi di Milano e in particolare la Caritas Ambrosiana per tradurre in concreto questa originale idea di solidarietà alla quale si sono unite le eccellenze dell’arte, della cultura e della cucina. «Durante Expo i grandi chef cucineranno con quello che non sarà consumato nei padiglioni», spiega Rampello.« Dopo l'esposizione vogliamo continuare a farlo, cucinando con le eccedenze alimentari perché crediamo in questa provocazione culturale e vogliamo continuare a mandare un messaggio contro lo spreco di cibo. Non sarà facile. Ma ci proveremo. Il Refettorio sarà un luogo di solidarietà a tutto tondo. Non solo cucineremo per chi è in difficoltà, ma lo faremo creando opportunità di lavoro. Tra le ipotesi che stiamo valutando c’è quella di affidare la gestione della mensa alla cooperativa di catering creata da donne rifugiate, M’ama food».
Il Refettorio Ambrosiano sarà un’esperienza stabile che continuerà a funzionare anche oltre la conclusione di Expo. Caritas Ambrosiana che lo gestirà da subito, garantirà la continuità del progetto, inserendolo i n una rete integrata di servizi alla persona capace di offrire un percorso completo di accompagnamento e promozione umana. Il Refettorio conterà in tutto 90 posti e distribuirà pasti caldi agli utenti dei centri di ascolto della Caritas, dei servizi specifici, del Rifugio per senza tetto della Stazione Centrale. La gestione sarà affidata ad una cooperativa sociale ma si avvarrà anche al contributo dei volontari.
Nella foto di apertura il portale di Mimmo Paladino
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