Non profit
Lo sport non sia asservito alle logiche di mercato
Presentato il Manifesto dello sport educativo, sottoscritto dalle associazioni cattoliche del settore dal Csi alle Acli, agli oratori
di Redazione
Presentato il Manifesto dello sport educativo, messo a punto dall’ufficio per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana che è stato sottoscritto dalle associazioni cattoliche che operano nel settore: dalla Fisiae al Csi, dalla Compagnia delle Opere alla Libertas, dalle Acli a Confcooperative, dall’Anspi all’associazione Noi in rappresentanza di circoli e oratori.
A spiegare il senso di questo documento, monsignor Mariano Crociata, segretario della Cei: «Non c’è nulla di significativo nella sfera umana che possa risultare estraneo alla missione della Chiesa e della comunità ecclesiale: la persona è al centro dell’attenzione della Chiesa e lo sport è un luogo di crescita per la vita della persona». Il documento è stato illustrato nel salone d’onore del palazzo del Coni al Foro Italico alla presenza del presidente del Comitato olimpico nazionale Gianni Petrucci.
«Nel solco della presenza dei cattolici nella società italiana e alla luce dell’alto magistero della Chiesa – si legge nella premessa del “manifesto” stilato in 7 punti – riconosciamo nell’esperienza sportiva una grande risorsa educativa a disposizione della persona umana e della collettività. Lo sport è un bene educativo di cui nessun ragazzo dovrebbe fare a meno: milioni di ragazzi sono cresciuti e sono diventati adulti e bravi cittadini, attraverso il gioco e la pratica sportiva».
Al primo punto del “Manifesto dello sport educativo” figura la necessità che lo sport «sappia educare ai fondamenti etici della vita e consideri la persona nella sua dimensione unitaria: corpo, anima, spirito». Quindi, si sottolineano «valori importanti quali la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà» già messi in risalto da papa Giovanni Paolo II nella sua omelia per il Giubileo degli sportivi nell’anno 2000.
Il documento della Cei chiede che «lo sport non sia asservito alle logiche del mercato e della finanza; non sia basato sull’arroganza dei “cattivi maestri”, sulla selezione dei più forti a scapito di uno sport per tutti; sull’illegalità, sull’uso di sostanze dopanti, proponendo modelli e stili di vita centrati sull’egoismo, l’individualismo, il consumismo».
Citando papa Benedetto XVI, gli aderenti credono che «l’attività sportiva rientra tra i mezzi che concorrono allo sviluppo armonico della persona e al suo perfezionamento morale». E puntano su «una rigenerazione della cultura sportiva, che le restituisca la sua funzione educativa, ludica, ricreativa e la sua dignità culturale e civile».
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