Non profit

Lotta dura alla dispersione

di Sara De Carli

«I soldi messi nella scuola, per quanto pochi, sono considerati da questo governo un investimento: se le scuole, la ricerca e l’università funzionano meglio, anche il Pil di un Paese cresce meglio, perché le competenze diffuse creano ricchezza». Marco Rossi Doria, 58 anni, già maestro di strada e ora sottosegretario all’Istruzione, l’impatto dei primi cento giorni del governo Monti sulla scuola lo sintetizza così.
Per i media esistono solo Monti e Fornero, sembra che tutti gli altri siano spariti. Voi cosa state facendo?
Nel decreto sulle semplificazioni ci sono articoli grazie ai quali quell’autonomia scolastica di cui le norme parlano già da 15 anni ha fatto un piccolo passo in avanti. E il ministro Profumo ha ribadito che il tema della dispersione scolastica è al centro della riflessione e ? si spera ? dell’azione di questo ministero.
Si spera?
Stiamo già iniziando, una parte del miliardo di euro che Profumo e Barca hanno rimesso in gioco andrà per combattere la dispersione scolastica nelle quattro regioni dove è massima: Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Tra parentesi, la scelta del ministro di ripartire dal Sud, facendo i suoi primi viaggi in Puglia e in Campania mi ha colpito molto.
Quale sarà il primo provvedimento a “marchio Rossi Doria”?
Costruire insieme alle scuole e alle Regioni meridionali dei prototipi di seconda occasione per chi ha abbandonato la scuola. L’altro fronte su cui sto lavorando è il tavolo Rom convocato dal ministro Riccardi: produrrà un documento che darà prospettive fino al 2020 per salute, scuola, case.
Ci saranno tanti “Progetto Chance”?
Ci sono 26 milioni di euro e saranno dei prototipi. Si parte da zone di rischio particolare, dove il massimo di fallimento formativo coincide con il massimo di povertà delle famiglie.
Gli obiettivi?
Consolidare gli apprendimenti di cittadinanza, evitare che i ragazzi se ne vadano da scuola e accompagnarli verso il lavoro. Tutte cose che si fanno già, ma concentrarle nelle zone di massimo rischio è importante. Partiamo dal Sud, ma stiamo pensando ad altre misure per le altre zone dove c’è un’alta dispersione e fallimento formativo, come alcune periferie delle grandi città del Nord.
Cosa pensa della “fuga in avanti” della Lombardia sul reclutamento diretto?
Abbiamo la Costituzione come paletto, ci sarà a breve una concertazione in Conferenza unificata, non penso sia una fuga in avanti, perché la cosa sta prendendo le vie istituzionali.
Avete appena presentato il nuovo Rapporto sugli alunni con cittadinanza non italiana. Che novità ci sono?
La novità è l’evoluzione: prima quando pensavamo agli alunni stranieri ci immaginavamo i bambini delle elementari, adesso invece quei bambini sono alle superiori, e quindi le atmosfere, i compiti e gli obiettivi devono tenere conto sempre più di questa ? diciamolo ? ricchezza.

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