Cultura
La verità su Benigni filantropo
L'attore accusato di non aver mai versato al Meyer i 250mila euro del cachet del festival
«La beneficenza di Benigni? Mai vista». Nelle due pagine che Il Giornale oggi dedica alla critica di Celentano, c’è anche questa notizia: al contrario di quanto aveva annunciato, Roberto Benigni, protagonista di Sanremo 2011, non ha mai donato i 250mila euro del suo cachet sanremese all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Il copione è molto simile a quello di quest’anno, con Benigni al posto di Celentano. La polemica sul compenso esagerato, «l’indignazione popolare», l’annuncio di devolvere tutto in beneficenza «come gesto riparatore». Il comico con ilo Meyer aveva in effetti un rapporto già consolidato: aveva visitato il nuovo Meyer prima ancora che la struttura fosse terminata, intervenendo ad un convegno sul fine vita pediatrico (leggi qui la cronaca di quel giorno). «Può anche essere – scrive oggi Il Giornale – ma lascia ancora più perplessi venire a sapere oggi che, dopo un anno esatto, quei soldi al Meyer non sono mai arrivati». A Tommaso Langiano, direttore generale del centro, infatti, «non risulta che sia arrivato mai nulla».
L’ufficio stampa del Meyer, Roberta Rezoalli, che per Il Giornale «un po’ stizzita risponde solo “Chiedete a Benigni!”» ci spiega che «in Italia esistono delle regole di privacy, solo tu puoi dire se hai fatto o meno una donazione. Se io ti dicessi che una persona ci ha fatto una donazione, verrei meno al rapporto fiduciario che questa persona ha con noi». Insomma, niente conferme né smentite, in nome della privacy.
Il concetto è il medesimo anche prendendola alla larga, dal lato delle donazioni anonime: Benigni avrebbe potuto scegliere questa strada, ci sono state donazioni così importanti in questo anno? «Di cifre così importanti il Meyer ne ha viste e ne vede molte, e se il donatore vuole che si sappia, lo comunichiamo. Non so cosa altro dirle, è solo Benigni che può confermare di aver donato a noi il suo compenso». Comunque un’altra storia rispetto a quello che scrive Il Giornale, secondo cui «suona strano che, dal febbraio scorso, al Meyer non abbiano mai visto donazioni simili sul conto corrente». Ma forse è una questione di principio, visto che la polemica sulla falsa beneficenza Benigni era stata innescata da Libero già il 22 febbraio 2011, pochissimi giorni dopo Sanremo. «È una storia che va avanti da un anno», ammette la Rezoalli. In un anno, il tempo per una domanda a Benigni lo si poteva anche trovare…
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