Politica

Bill Gates alla conquista dell’Oms

La Fondazione Gates secondo donatore dell'agenzia Onu dietro degli USA. Cresce il malumore

di Joshua Massarenti

“Le persone incaricate di prendere decisioni finanziarie e politiche devono capire i progressi che registriamo ogni giorno. Credo che abbiamo l’opportunità di fare progressi ancora più importanti, in modo più rapido e per più persone. Questa opportunità è la ragione per la quale ho dedicato il mio tempo alla Fondazione Gates. Salute e sviluppo è il lavoro più importante che possa svolgere, e sia io che Melinda dedicheremo il resto della nostra vita a questo lavoro”.

A volte bastano poche parole per riassumere la missione di una vita e il potere immenso che ne può conseguire. Queste parole Bill Gates le ha espresse il 18 maggio durante l’inaugurazione della 64° Assemblea annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) di cui la Fondazione capeggiata dall’ex presidente della Microsoft e da sua moglie è diventato il secondo più importante donatore dopo gli Stati Uniti con 220 milioni di dollari (154 milioni di euro) assegnati al budget 2010-2011.

Da qualche anno ormai la Bill and Melinda Gates Foundation si è imposta come uno degli attori più potenti nella sanità mondiale. Dalla sua nascita nel 2000, “la Gates” come viene soprannominata all’Oms ha erogato più di 25 miliardi di dollari a sostegno di programmi sanitari nei paesi poveri. Ogni anno 100 milioni di dollari finiscono nelle casse del Fondo mondiale contro l’Aids, la malaria e la tubercolosi.

Ma il peso sempre più crescente nell’Oms della coppia filantropica più celebre del mondo non piace a tutti. Soprattutto rafforza le preoccupazioni di una parte della società civile nei confronti di un’organizzazione – l’Oms – sempre più esposta alle pressioni del mondo farmaceutico.

L’Assemblea annuale che si sta svolgendo a Ginevra è secondo alcuni esperti e ong decisiva per il futuro dell’agenzia Onu, alle prese con gravi problemi finanziari. La direttrice generale dell’Oms, Margaret Chan, intende far approvare “la più vasta riforma mai intrapresa dalla nascita dell’organizzazione nel 1948”.

Il timore della società civile è che la riforma proposta dalla Chan segni l’inizio di un processo di privatizzazione dell’Oms. “La questione è capire se invece di avere a che fare con un’agenzia di sanità pubblica multilaterale, l’Oms non diventerà un’agenzia privata al servizio degli interessi di un pugno di donatori” sostiene German Velasquez, ex direttore del dipartimento sull’innovazione e la proprietà intellettuale dell’Oms passato nelle vesti di consigliere di South Centre, un think tank basato a Ginevra.

Ed è qui che entra in gioco Bill Gates, noto per orientare buona parte dei suoi fondi destinati all’Oms alla lotta contro la poliomelite. Tra questi fondi, una fetta significativa serve a sovvenzionare il gruppo strategico consultativo di esperti (Sage) sulla vaccinazione. Ma i consigli di questo gruppo sono stati fortemente contestati perché giudicati di essere troppo vicine agli interessi dell’industria farmaceutica.

Le accuse contro Bill Gates hanno raggiunto il loro apice con il caso stavudine. All’inizio del 2011, la fondazione Gates ha annunciato la sua intenzione di finanziare per 20 milioni di dollari (circa 14 milioni di euro) un test clinico che ricorre all’uso di questo vecchio farmaco anti-Aids, conosciuto per i suoi effetti secondari negativi. Già nel 2009, l’Oms aveva invitato i paesi che utilizzavano la Stavudine di pianificare la sua sostituzione con un’altra molecola, più cara ma meno dannosa per la salute.

Commentando l’iniziativa della Gates Foundation, Msf ha dichiarato per voce della dottoressa Isabelle Andrieux-Meyer che “la fondazione fa calcoli economici: il prodotto non è costoso e vogliono mantenerlo. Questa logica non tiene sufficientemente conto dell’interesse dei pazienti”.

L’ultimo fronte sul quale Gates è stato attaccato riguarda la lotta violentissima attorno ai farmaci generici. Interrogato sul sistema attuale dei brevetti sui farmaci che secondo alcune ong penalizza fortemente i paesi poveri, l’ex capo della Microsoft si è dichiarato a favore di uno status-quo. “Ha fatto fortuna difendendo la proprietà intellettuale” commenta James Love dell’ong Knowledge Ecology International. “La sua fondazione favorisce lo sviluppo di farmaci e di vaccini brevettati a scapito dei prodotti generici”.

I sospetti delle ong fanno eco all’allarme lanciato da alcuni paesi nel corso di una consultazione informale lanciata nel gennaio 2010. In quell’occasione, i rappresentati dell’India, del Brasile e della Thailandia si erano detti “molto preoccupati della dipendenza crescente dell’Oms nei confronti di contribuzioni volontarie” dedicate a programmi sanitari specifici.

“Oggi” sostiene Le Monde, “i contributi fissi dagli Stati membri non superano il 20% del budget dell’Oms contro l’80% per le donazioni volontarie” provenienti da Stati membri desiderosi di finanziare programmi ad hoc piuttosto che l’agenzia Onu stessa, dal mondo della filantropia e dal settore privato, in particolar modo i laboratori farmaceutici”. Rispetto ai finanziamenti fissi, quelli volontari variano da un anno all’altro, il che rende impossibile le programmazioni pluriannuali.

“Nel 2011 il loro calo (del 10-15%) ha provocato un mancato guadagno di 300 milioni di dollari (210 milioni di euro) su un budget complessivo 2010-2011 di 4,5 miliardi di dollari” sostiene il quotidiano francese. La diminuzione delle donazioni volontarie ha costretto l’Oms di ridurre le spese previste negli uffici regionali e presso la sede centrale di Ginevra, dove 300 posti su 2400 non sono stati confermati.

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