Non profit

I disabili non sono i benvenuti

Rachel, 8 anni, vittima di paralisi cerebrale leggera. La famiglia minacciata di esplusione

di Joshua Massarenti

Avviso ai disabili italiani, ai loro parenti e amici: il Canada non è una terra di accoglienza. Lo dimostra la sconcertante odissea di una famiglia francese minacciata di espulsione per via della paralisi cerebrale leggera di cui è vittima la piccola Rachel. “Un fardello eccessivo per i servizi sociali” hanno sentenziato i servizi canadesi dell’immigrazione sulla base di una legge che vieta il rilascio del permesso di soggiorno definitivo agli stranieri che necessitano cure sanitarie di un costo annuale superiore ai 5 259 dollari canadesi (circa 3 800 euro), l’equivalente dei rimborsi concessi ogni anno dalla mutua nazionale a un canadese medio.

Nel 2008, la domanda di residenza permanente di David e Sophie Barlagne viene rifiutata. Il motivo: le cure della loro figlia Rachel, 8 anni, superano i 3 800 euro previsti dalla legge. Sbarcati in Quebec nel 2005, la famiglia Barlagne è costretta a lasciare il territorio canadese entro il 31 luglio 2011, giorno in cui scade il suo permesso di soggiorno.

David e Sophie sono sotto shock, ma non si danno per vinti. Inizia una lunga battaglia politico-giuridica durata tre, lunghissimi anni. Non sono bastati gli interventi dei ministri francesi dell’Immigrazione e degli Affari esteri. Né il fatto che la vicenda sia risalita sino agli uffici del Primo ministro Fillon e dell’Eliseo.

Di fronte al riufiuto delle autorità canadesi di fare marcia indietro, i Barlgane decidono di spostare la loro battaglia sul campo mediatico. E’ la svolta. Il 14 aprile, una richiesta umanitaria viene lanciata davanti alle telecamere al ministro canadese dell’immigrazione. David e Sophie sono affiancati da un deputato dell’opposizione che accusa le autorità nazionali di “immoralità”. A sua volta, il medico che segue Rachel assicura che la bambina è colpita da una forma di disabilità leggera. Come se non bastasse, la famiglia garantisce (per l’ennesima volta) alle autorità canadesi la sua disponibilità a coprire le spese supplementari.

L’opinione pubblica e i media prendono le difese dei Barlagne contro una classe politica in piena campagna elettorale. Tre partiti di opposizione si buttano nella battaglia e chiedono al governatore conservatore del Quebec di agire.

L’odissea della famiglia francese si chiude il 19 aprile scorso con l’annuncio del ministro dell’Immigrazione del Quebec di concedere il permesso di soggiorno permanente ai Barlagne. “Si tratta di una deroga, forse un giorno la legge verrà cambiata” ha dichiarato Kathleen Weil.

Secondo i dati del ministero canadese dell’immigrazione, nel 2010 circa 1200 persone giudicate “un fardello eccessivo” non sono riuscite a emigrare in Canada. “C’è poca attenzione nei confronti di queste persone perché non riescono nemmeno ad approdare sul territorio canadese” sostiene Teresa Penafiel, rappresentante dell’Associazione multietnica per l’integrazione delle persone disabili. “Dal 2002 abbiamo registrato alcuni progressi. Oggi i rifugiati disabili non sono più a rischio di esplusione, ma gli altri non sfuggono alle logiche impietose di questa legge”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.