Cultura
Caro Ciampi, grazie per quel suo «Europa spazio di speranza»
Il Francobollo
Caro Ciampi, la mia solidarietà arriva tardi. Ormai tutti le hanno dichiarato affetto e sostegno, dopo quello che è successo a Strasburgo. Lei ha minimizzato, le interruzioni sono normali nelle aule parlamentari. E infatti è così. Noi siamo capaci di esportare anche questo, e l?espressione del presidente
del parlamento europeo Borrell, mentre i leghisti la interrompevano, era davvero interessante, a metà fra l?imbarazzo, lo stupore, la curiosità.
È curioso come il sentimento dell?Europa, non come istituzione burocratica, ma come insieme di valori che in qualche modo ci accomunano, debba essere difeso da lei, con efficacia, con chiarezza, con profondità di campo e di memoria. Sarebbe bene che Tony Blair si leggesse il suo discorso al Parlamento europeo. «L’Unione Europea», lei ha detto, «è un organismo politico che non nega l?identità dei nostri Stati nazionali, ma li rafforza di fronte alle grandi sfide di un orizzonte sempre più vasto. È una terra dei diritti alla quale ogni altro abitante di questo Pianeta può guardare con la fiducia che qui, meglio che altrove, sono rispettati i valori della persona umana. È giusta l?ambiziosa definizione che dell?Unione dà il Trattato costituzionale: ?spazio privilegiato della speranza umana?». Bellissimo: lo spazio della speranza. Non c?è politica senza speranza. Nei prossimi mesi il pianeta rischia di ripiombare nell?incubo atomico, se in Iran prevarrà l?ambizione di farla pagare agli Stati Uniti, agitando le bandiere di un mondo islamico che si sente comunque aggredito e non aiutato. La crisi economica non passerà presto, e per i giovani si annuncia un anno di incertezza, di parcheggio, di precarietà. Le sue parole, il suo stile, la sua tenuta morale e politica ci consentono di vivere un?estate con qualche, piccola, speranza.
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