Sostenibilità

Banche. Sono 12 milioni i protestati. I dannati del credito. Gli italiani a sportelli chiusi

Basta un assegno scoperto o una cambiale pagata fuori tempo per finire nell’elenco dei protesti. Che viene pubblicato regolarmente dalle Camere di commercio.

di Ida Cappiello

Li potremmo chiamare i dannati del credito. Sono 12 milioni gli italiani esclusi senza appello dall?accesso ai finanziamenti bancari. Sono i ? protestati?, sinistro termine che indica coloro che non hanno pagato in tempo una cambiale scaduta, oppure non hanno coperto un assegno. In genere, piccoli imprenditori o commercianti. Niente privacy per loro: i loro nomi e cognomi (forniti in tempi rapidissimi dalle banche) si possono leggere nel Bollettino dei protesti, pubblicato regolarmente dalle Camere di commercio, dove rimangono per cinque anni. Se entro dodici mesi si salda il debito, si ha diritto alla cancellazione dalla lista, ma questa volta la banca non aiuta: è il protestato che deve inoltrare l?apposita domanda alla Camera di commercio.
Per le banche non c?è nemmeno bisogno di consultare il bollettino: basta collegarsi con il Cai, che non è purtroppo il Club alpino italiano ma il Centro allarme interbancario, archivio costituito presso la Banca d?Italia. Il Cai acquisisce dall?istituto interessato l?informazione relativa al protesto e la rende disponibile in tempo reale a tutte le banche operanti sul territorio nazionale.
Quindi non c?è scampo: anche se ci sono in ballo solo poche migliaia di euro, tutti i conti correnti si chiudono. E spesso la tappa successiva è una finanziaria ai margini della legalità, quando non in odore di mafia, soprattutto al Sud. Per aiutare queste persone è nata nel 2001 l?Anaarp – Associazione nazionale antiracket, antiusura e di riabilitazione dei protestati e dei falliti, costituita da un gruppo di commercialisti sensibili a questo problema, con il patrocinio del vescovo di Reggio Emilia, Adriano Caprioli. “Operiamo su tanti fronti, dalla consulenza giuridica al sostegno psicologico”, spiega Fulvio Chiari, vicepresidente dell?associazione, che a Reggio Emilia vive e lavora. “Tra i protestati ci sono anche degli irresponsabili, ovviamente, ma non immagina quante siano le persone oneste e lavoratrici, che incappano in un imprevisto finanziario. Basta una malattia in famiglia, ad esempio, per prosciugare i risparmi, e improvvisamente non si riesce a onorare un debito. Su queste persone l?impatto emotivo del protesto può essere devastante, anche perché tutto succede nel giro di giorni, se non di ore. Facciamo anche lobbying per ottenere l?abolizione del protesto, che nel resto d?Europa non esiste”.
Situazioni come quella descritta da Chiari potrebbero diventare un problema sociale, se si pensa che l?indebitamento delle famiglie italiane sta crescendo in modo impressionante. Secondo la Banca d?Italia, nel 2003 la richiesta di credito al consumo è aumentata del 15%, e del 21% per quanto riguarda i finanziamenti da uno a cinque anni, i classici acquisti di mobili o elettrodomestici a rate. Recentemente, la schedatura dei cosiddetti incidenti di percorso si è estesa anche alle forme di rateazione senza cambiali, molto utilizzate, appunto, dalle famiglie per gli acquisti di beni durevoli. Basta dimenticarsi di pagare una rata e si finisce in una banca dati – accessibile solo ai soggetti erogatori di credito -senza nemmeno saperlo, dato che non esistono obblighi di comunicazione.
I commercialisti di Anaarp svolgono in molti casi una funzione di ?pronto soccorso?, indirizzando i protestati verso finanziarie legali che sopperiscano alla mancanza di liquidità a condizioni accettabili. Quello delle finanziarie collaterali è un mondo vastissimo, ma spesso insidioso. Chi di noi non ha mai trovato sul parabrezza dell?auto quei fogliettini che promettono finanziamenti senza condizioni in poche ore? Basta del resto aprire le Pagine Bianche alla voce finanziamenti per scoprire che solo nel Milanese ce ne sono centinaia, e lo stesso accade digitando ?finanziamenti? su un qualsiasi motore di ricerca online.
“Ma bisogna stare molto attenti”, mette in guardia Chiari. I tassi d?interesse di chi apre le porte ai protestati devono compensare il rischio… si arriva al 10% mensile. E le truffe sono sempre in agguato: molti miei assistiti si sono visti chiedere 300 euro solo per l?istruzione della pratica, sentendosi poi rifiutare il finanziamento. E chi si mette a chiedere indietro i soldi?”
La cassaforte delle informazioni sui cattivi pagatori è la Centrale rischi Crif, società posseduta da una ventina di gruppi bancari. Nei suoi archivi c?è la storia di tutti i debitori, che possono comunque accedere ai dati dietro richiesta scritta.

Info:
L?authority: questa è violazione della privacy

La Crif – Centrale rischi italiani finanziari non vuole essere considerata una sorta di Grande Fratello della finanza. “Noi raccogliamo informazioni utili alla stabilità del sistema bancario, e alla fine vantaggiose anche per la collettività”, spiega il responsabile comunicazione, Maurizio Liuti. Ma la violazione della privacy è dietro l?angolo. L?Autorità garante dei dati personali si è occupata a più riprese della Centrale rischi, emettendo già due anni fa un provvedimento che stabilisce limiti precisi alla raccolta e gestione dei dati nell?interesse dei debitori: obbligo di informativa agli interessati, registrazione in tempi rapidi delle sofferenze sanate…
“Queste regole saranno recepite presto in un codice deontologico valido per tutto il settore del credito”, rassicurano in Authority. “Prima dell?entrata in vigore della legge sui dati personali c?era il Far West in questo settore”.

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