Famiglia

Per 10 milioni di voti

Parla Luigi Campiglio, l’economista che ha lanciato la proposta che sta facendo discutere l’Italia. "Oggi ci sono 10 milioni di italiani i cui interessi non sono rappresentati".

di Giuseppe Frangi

L?idea di cui tutt?Italia parla è sua. Di quest?uomo dalla voce sottile, ma dalla logica puntigliosa, paziente ma anche implacabile. Luigi Campiglio, economista, prorettore all?Università Cattolica, da anni studia questa ipotesi di completare il suffragio universale dando voce all?unica voce rimasta esclusa: quella dei minorenni. Domenica 4 aprile, dal palco del congresso Acli, con al fianco il suo grande sponsor, Luigi Bobba, presenterà le linee definitive di questa proposta destinata, si spera, non solo a far discutere.
Vita: Professore, partiamo dal problema. Perché in Italia l?istituzione famiglia è in una crisi così grave?
Luigi Campiglio: La responsabilità è esclusivamente politica. Certamente sulla famiglia gravano ancora pregiudizi di carattere culturale, ma non è questo il punto decisivo. La questione è più banale: gli interventi per la famiglia sono interventi di lungo respiro, oltrepassano i tempi di una legislatura. Gli aspetti macroeconomici e sociali si registrano nell?arco di dieci anni. Siccome l?interesse della politica è quello di farsi rieleggere, ecco che le strategie a lunga gittata vengono tralasciate perché non utili a quel fine. Certo, ora la situazione si è fatta drammatica?
Vita: In che senso drammatica?
Campiglio: Le garantisco che non sto calcando i toni. L?Italia è da anni il Paese con il più basso tasso di natalità al mondo. Il tasso che consentirebbe alla popolazione di restare stabile è di 2,1 figli per donna, oggi invece siamo a livello di 1,2, con un?impercettibile crescita negli ultimi due anni. Per capirci, la questione delle pensioni, che oggi tanto pesa sul futuro del Paese, sarebbe inesistente se la struttura per età della popolazione fosse diversa, se avessimo più giovani, più energia vitale e intellettuale di quanto non abbiamo. Dirò di più, da economista: se il Pil dell?Italia ha un tasso di crescita infinitesimale, il motivo sta in gran parte qui. Ma poi c?è un aspetto drammatico in senso umano.
Vita: Cioè?
Campiglio: Le indagini sociologiche sono tutte convergenti e indicano che il numero dei figli desiderati dalle famiglie è maggiore di quello effettivo. Qui ci giochiamo una grande questione di libertà: le famiglie, oggi, in Italia non sono libere di attuare i loro programmi di vita. Ci sono Paesi in cui le famiglie vengono costrette a limitare le nascite come la Cina, e si dice perciò che la Cina è senza libertà. Anche l?Italia, all?estremo opposto, è senza libertà per le famiglie. Da pochi anni ho coniato un termine per rappresentare la situazione: la catena generazionale. Il nucleo familiare non può essere preso disgiuntamente dalla catena genitori-figli-nonni. Questa piccola comunità è una comunità economica che condivide nei fatti un certo volume di risorse. Con il progredire della popolazione anziana, con l?aumentare delle richieste di cure, la generazione di mezzo si trova sempre più spesso in condizioni drammatiche. Non so quali altri aggettivi usare per spiegare l?esperienza di un padre e di una madre che si trovano davanti all?alternativa di garantire le cure al genitore o l?università ai figli.
Vita: Ma è una peculiarità italiana questa?
Campiglio: In un certo senso sì. Perché gli altri Paesi europei o hanno fatto qualcosa o sono stati più fortunati. La Francia ha una politica familiare molto avanzata. E chi la mette in discussione viene subito punito dal voto, come dimostra l?esito elettorale del 28 marzo. La Germania condivide molti dei problemi italiani, ma è più fortunata. Con l?unificazione ha messo insieme un Paese vecchio con un Paese giovane, pur con tutti i problemi che ne sono seguiti. Ma un conto è avere un problema di declino in una potenza come la Germania, un conto è averlo in un Paese che rinsecchisce come una prugna come l?Italia. Oltretutto ora la Germania beneficerà dell?allargamento dell?Europa a 25, acquisendo energie giovani dall?Est. La Polonia graviterà sulla Germania, ed è un Paese di giovani entusiasti.
Vita: Ma la famiglia italiana come si desidera?
Campiglio: Le ricerche dicono che tutte le coppie vorrebbero un figlio in più. La famiglia tipo è fatta di due genitori e un figlio. La famiglia ?desiderata? è di due genitori e due figli. Detta così è quasi banale. Invece, ripeto, è una drammatica mancanza di libertà.
Vita: E la soluzione da lei prospettata cosa c?entra con questa situazione?
Campiglio: In società mature il demos partecipativo è ormai solo una parte della democrazia. Perché accanto alla partecipazione c?è la rappresentanza degli interessi. E gli interessi economici che passano attraverso il settore pubblico sono davvero sostanziali, perché si commisurano nel 45-50% del prodotto interno lordo nei Paesi europei. Questa quota viene risuddivisa con criteri politici, in quanto l?interesse del politico è quello di essere rieletto. La mia proposta quindi denuncia un dilemma di democrazia.
Vita: Dove sta questo dilemma?
Campiglio: Nelle democrazie, votare o non votare è un segnale diretto o indiretto degli interessi che si vorrebbero fossero rappresentati dagli eletti. Ora, esiste un gruppo sociale che non ha alcuna voce: i minorenni. Il dilemma di democrazia è che dovremmo immaginare un meccanismo in cui anche l?interesse del bambino venga rappresentato, perché anche lui ha un interesse. Ovviamente se leghiamo in modo inscindibile l?atto partecipativo consapevole con questa rappresentanza degli interessi non se ne esce, in quanto il bambino non è in grado di esprimere una sua scelta. Ma non possiamo arrenderci a questo. Le Costituzioni sono fatte dagli uomini e per gli uomini. Perciò nell?immaginarne una modifica possiamo mettere a punto dei meccanismi in base ai quali un genitore sia delegato a votare anche per i figli. Non è un voto ponderato. È un voto che viene dato a chi oggi non ce l?ha.
Vita: Ci spieghi il meccanismo che ha immaginato.
Campiglio: Il meccanismo è quello di far coincidere l?interesse del breve periodo del politico, con l?interesse di lungo periodo del minorenne, che è poi l?interesse dell?intera società. Il politico è obbligato a metter in agenda proposte che gli consentano di conquistare il consenso elettorale di 10 milioni di voti aggiuntivi. Oltre a proporre salvaguardia delle pensioni, proporrà misure di sostegno al reddito alle famiglie, per esempio?
Vita: E con la Costituzione come la mettiamo?
Campiglio: Ci vuole una modifica che dica che il voto si acquista con la nascita. E che sino alla maggiore età questo diritto di voto viene esercitato dai genitori.
Vita: Lei pensa che a votare debba essere la madre. Perché?
Campiglio: Perché le donne colgono meglio i bisogni dei figli. E poi perché si taglia la testa al toro di fronte a eventuali disaccordi familiari. La delega esclusiva alle donne è la scelta migliore: semplice, pulita, chiara. Su questo comunque si può ragionare.
Vita: E se il figlio adolescente è in disaccordo con i genitori?
Campiglio: Non è questo il problema. Il punto è che io, politico che punto alla rielezione, non posso ignorare l?interesse di questa percentuale di elettori. È un bilanciamento di equità tra le generazioni.
Vita: E la segretezza del voto?
Campiglio: La segretezza riguarda la madre. E poi il voto per procura già esiste. In Francia, per esempio, i malati votano per procura. La legge stabilisce una larghissima categoria di persone che possono adire a questo diritto. Quanto al principio di ?una testa un voto? è già stata fatta un?eccezione per gli italiani all?estero. Le Costituzioni sono fatte per servire gli uomini, non viceversa.
Vita: Qualcun altro ci sta pensando?
Campiglio: Sì. In Germania, nel novembre scorso 47 deputati di maggioranza e opposizione hanno fatto una proposta di questo tipo. In Italia ci hanno fatto ironie?
Vita: Non sarebbe più semplice partire da una riforma fiscale per le famiglie?
Campiglio: È il ragionamento che mi ha fatto un collega: non basterebbe che il parlamento destinasse il 10% ai bambini? Certo, gli ho risposto, se convinci tu il parlamento a farlo. Ma il parlamento come lo convinci? Con la forza dei voti. Ci sono anche risposte che io definisco subottimali. Ad esempio, aumentare la quota di presenza delle donne a livello parlamentare, ma soprattutto a livello di esecutivo, come sta facendo la Spagna. La presenza di donne storicamente sposta le scelte di alcuni gruppi sociali, in particolare i minori.
Vita: Che reazioni ha riscontrato?
Campiglio: Dai colleghi più che buone. Dalla politica, invece, un po? timorose. Si chiedono se valga la pena impegnarsi in una battaglia di questo genere dal punto di vista elettorale. Ma un?obiezione così è la miglior conferma che questa è la proposta giusta.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.