Famiglia
Piano di battaglia contro l’infopovert
Il progetto in Libano, le iniziative in Honduras, Niger, Senegal, Cambogia e India, la creazione dei Solar Villages. Il punto sugli sforzi di ONU, Unesco e OCCAM
di Redazione
La sfida: combattere e vincere la guerra dell’infopovertà. Lo scopo: offrire nuovi strumenti di sviluppo. Il presente: un ventaglio di progetti a tutto campo per i paesi nei quali più difficile è l’accesso alle nuove tecnologie, internet in primis. Idee, progetti e un sistema satellitare autonomo sono stati al centro del “New Tools and Best Practices for Development”, convegno promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e da Occam (Observatory for cultural and audiovisual Communication).
Uno degli elementi di maggiore interesse per far arrivare le tecnologie di rete nelle zone del mondo dove sono finora pressoché sconosciute è il “Wisat”, un kit universale che consiste in un apparato satellitare in grado di offrire broad band internet, videocomunicazione, e-learning, telemedicina e telefonia.
Wisat verrà utilizzato dai Paesi in via di sviluppo ed è basato su un sistema di ricetrasmissione satellitare che può operare su flotte satellitari diverse. Una “centrale di telecomunicazioni portatile” che dispone di alimentazione autonoma grazie a pannelli fotovoltaici. Il sistema è modulare e, secondo Occam, può essere quindi assemblato in base alle necessità delle singole realtà fruitrici come per esempio missioni, ospedali e villaggi.
In prima linea contro l’infopovertà sono l’ONU, l’Unesco e lo stesso Occam. Quest’ultimo ha fornito i computer ad una scuola nella città di Meiss el-Jabal, nel sud del Libano. Una donazione, promossa da Staffan de Mistura, Rappresentante personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite nel Libano del sud, che rappresenta il primo passo di un ambizioso progetto, “Villaggi Digitali nel Libano del Sud”. I computer saranno installati dalla Divisione Umanitaria dell’UNIFIL a Meiss el-Jabal, dove l’UNIFIL fornisce servizi di supporto.
“Il progetto relativo al Libano – spiega Occam – si pone l’obiettivo di elevare il livello di competenza nell’uso dei computer sia di coloro che possiedono conoscenze informatiche di base, sia di quanti non hanno nessuna familiarità con gli strumenti informatici (per esempio bambini, anziani, analfabeti) e di promuovere la dimensione sociale e produttiva di Internet, approntando specifici canali informativi in grado di facilitare ed implementare le interazioni fra i cittadini, il settore privato e la pubblica amministrazione”.
All’attenzione di chi si batte contro l’infopovertà al convegno sono state presentate le esperienze di comunità digitali già create in paesi come Honduras, Guatemala, Senegal, Niger, Cambogia, India, Bangladesh, Navajo Nations e altre ancora, perlopiù collegate via wireless. Si distinguono in questo senso i “Solar Villages” dell’ Honduras, dove l’Unesco punta a realizzare Communitec, un programma di sviluppo delle comunità rurali che deriva dall’originale programma solar.net village, per la diffusione dell’e-learning, del commercio elettronico e di altre soluzioni che possano migliorare la qualità della vita.
“Il Digital Divide – ha dichiarato il presidente di Occam, Pierpaolo Saporito – negli ultimi anni è stato attaccato su molti fronti tanto che tutte le istituzioni internazionali guardano alla riduzione di questa distanza come ad un’ottima opportunità per abbattere la povertà in ogni angolo del mondo, garantendo un miglior standard di vita a tutte le comunità. Sono sempre più numerose le istituzioni private che cercano di aprirsi a nuovi mercati favorendo, in tal modo, una migliore allocazione delle risorse”.
Secondo Saporito “la comunicazione è un fattore fondamentale per lo sviluppo sociale, economico e culturale perchè solo attraverso una comunicazione aperta è possibile combattere la povertà nelle zone rurali e nei Paesi meno sviluppati garantendo l’affermazione dei valori democratici e il rispetto dei diritti umani all’interno della società. Ecco dunque la necessità di lanciare un’azione coordinata per predisporre nuovi strumenti produttivi, tecnologici, multilinguistici e finanziari in grado di vincere questa battaglia che la rivoluzione digitale impone, prima che il divario diventi incolmabile”.
[Fonte: Punto Informatico]
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